Famoso per l'architettura, il carnevale e la cucina, il Veneto vanta un immenso patrimonio artistico, storico e culinario. Ma quali sono i piatti tipici?
Famoso per i canali, l'architettura gotica e il carnevale, il Veneto vanta un immenso patrimonio artistico e storico da scoprire nelle città di Venezia, Cortina d'Ampezzo, Verona, Treviso, Jesolo, Padova, Vicenza, Belluno, Bassano del Grappa.
Oltre all'occhio, anche il gusto vuole la sua parte, per cui ecco una carrellata di piatti tipici da provare.
La maggior parte dei piatti tipici veneti è di origine povera. Ciascuno di essi ha contribuito nei decenni ad arricchire la cucina locale e a renderla famosa in tutto il mondo, motivo per cui vale la pena scoprirli uno per uno.
Che aperitivo sarebbe senza i cicchetti veneziani?
Da accompagnare a uno spritz o a un buon calice di vino, vengono serviti esclusivamente nei bacari, piccoli locali di Venezia provvisti di posti a sedere anche all'aperto e dove poter mangiare senza utilizzare le posate.
Si tratta di sottili fette di pane (o di polenta) su cui vengono disposti dei formaggi, dei salumi, del paté di olive oppure delle salse. Fino a qualche decennio fa venivano serviti gratuitamente, oggi, hanno un costo che varia di locale in locale.
Il fegato alla veneziana è una pietanza di origine contadina a base di fegato di vitello e cipolle bianche. Si utilizza il fegato di vitello poiché la carne ha un sapore più delicato rispetto a quello di maiale.
Simili ai bucatini, ma molto più porosi e ruvidi, i bigoli in salsa vengono consumati durante i giorni di magro, come la vigilia di Natale o il venerdì santo. La salsa viene realizzata con cipolle tagliate sottili e acciughe (oppure sarde) disciolte lentamente nell'olio.
Ottimo come antipasto o piatto unico, la polenta è il classico pasto contadino perfetto per scaldare le fredde giornate invernali.
Servita ancora calda su un tagliere, viene arricchita da alcune fette di sopressa, un salume tipico delle zone del Pasubio, caratterizzato da un gusto particolare e aromatizzato.
In campagna, polenta e sopressa bastavano per sfamare intere famiglie di lavoratori, perché fonte di nutrienti e calorie.
Per completare il pasto, non si può rinunciare a una fetta di tiramisù, dolce tipico della provincia di Treviso.
La ricetta originale al caffè prevede l'uso di savoiardi e mascarpone, ma attenzione a non inzuppare eccessivamente i biscotti per non rovinarne la consistenza.
I crostoli sono dei dolcetti tipici del periodo di Carnevale: cambiano nome da Nord a Sud, infatti, in base alla zona, vengono chiamati anche chiacchiere, cenci, frappe e in tanti altri modi.
Le frittelle, sempre tipiche del periodo di Carnevale, vengono realizzate con o senza uvetta, con crema pasticcera o chantilly.
Tra i piatti di punta di Treviso impossibile non nominare il risotto con il radicchio IGP. Bianco e con striature rossastre, si contraddistingue per il sapore un po' amarognolo e croccante.
Pietanza veronese, nota anche nella provincia di Venezia, risi e bisi è un primo piatto a base di riso e piselli da insaporire con cubetti di pancetta.
È, in realtà, a metà tra risotto e minestra, ciò significa che non deve essere né asciutto e né troppo brodoso.
Baccalà alla vicentina: questo secondo piatto viene realizzato con lo stoccafisso ovvero con il merluzzo essiccato. L'uso del latte contribuisce a smorzare il sapore già deciso del pesce, da servire rigorosamente con la polenta.
Caratteristico della costa Adriatica, il broetto viene realizzato solo con del pesce fresco che include le seppie, il pesce san Pietro, la gallinella di mare, la coda di rospo, le cicale di mare e le chele di granchio.
Servito all'interno di una ciotola, accompagnato da polenta e un bicchiere di vino bianco, il broetto si mangia con le mani, mentre ovviamente il brodo va bevuto con il cucchiaio.
Secondo piatto nato dall'esigenza dei marinai di conservare il pesce durante la navigazione, si compone di sarde fritte accompagnate da cipolle in agrodolce. La tradizione prevede che vengano aggiunti anche pinoli e uvetta sultanina.
Servito nelle tavole dei ricchi veronesi, il pandoro è il dolce caratteristico del Natale. Il suo nome deriva dal termine Pan de Oro.
La pinza è il dolce tipico dell'Epifania. Servito in genere a cubetti, viene ancora oggi preparato in teglie molto grandi come da tradizione. Di origine contadina, si realizza con farina di mais, lievito e uova a cui vengono aggiunti talvolta semi di finocchio, uvetta sultanina e fichi secchi. La ricetta può variare da una provincia all'altra.
Il cotechino con il rafano (musetto col cren) viene preparato bollendo il cotechino e la carne viene poi servita a fette con il purè di patate. Il piatto viene accompagnato dalla crema di cren (o di rafano)
L'anguilla viene preparata in tantissimi modi: in umido, alla griglia o allo spiedo.
Casunzei: pasta fresca a forma di mezzaluna con un ripieno di ricotta e barbabietole o rape.
Vengono gustati con un condimento a base di burro per non alterarne il sapore e il colore naturale della pasta.
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