Prima di procedere alla cottura del cinghiale, c'è un passaggio obbligatorio chiamato marinatura. Più viene marinata, più verrà annullato il sapore forte di selvatico tipico di questa carne.
Una buona marinatura dura almeno 24 ore, dove la carne di cinghiale viene lasciata in ammollo dentro una bacinella con vino rosso, cipolla, carota, sedano, aglio, chiodi di garofano, pepe.
Durante la marinatura il vino coprirà il gusto di selvatico che sarà assorbito dalle verdure.
Una volta terminato il processo la carne va scolata dal liquido, asciugata con un canovaccio e fatta riposare.
A parte tagliate la cipolla a fettine sottili, poi tritatela con alcune foglie di prezzemolo.
In un tegame fate sciogliere lo strutto a fiamma dolce, prendete il cosciotto di cinghiale e tagliatelo a bocconcini che verserete nel tegame facendoli rosolare per bene fin quando non avranno un colore dorato e uniforme.
Aggiungete: la cipolla tritata con prezzemolo, l'alloro, il peperoncino intero e rosolate per qualche minuto.
Unite 200 ml di vino, aggiustate di sale e coprite facendo cuocere a fuoco dolce per almeno un'ora e mezza.
Al termine aprite il tegame e completate la cottura con il vino rimanente, versandolo pian piano per farlo sfumare. Prima di servire, ricordate di eliminare il peperoncino.
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