La cima alla genovese è un secondo piatto di carne ricco e saporito, tipico della tradizione gastronomica ligure.
Preparato con una tasca di vitello ripiena viene bollita lentamente in un brodo vegetale e tagliata a fette quando è fredda e ben compatta, accompagnata dal suo fondo di cottura o da una salsa verde per bollito.
Anticamente il ripieno veniva realizzato, oltre che con uova e piselli, con frattaglie e interiora che per gusti e praticità vengono sempre più spesso sostituite con carne tritata di vitello.
La cima alla genovese è un piatto tradizionale ideale per il pranzo della domenica o per la tavola delle feste, da preparare in anticipo e gustare fredda o a temperatura ambiente.
Categoria: Secondi
La cima alla genovese si conserva in frigo ben sigillata con pellicola per 1-2 giorni, possibilmente intera e non a fette.
Si sconsiglia la congelazione.
E’ consigliabile far raffreddare perfettamente la carne applicando un peso su di essa in modo da ottenere una forma schiacciata e lasciar fuoriuscire i succhi.
Dopo averla avvolta con pellicola è indispensabile farla assestare in frigo per almeno 3-4 ore prima di affettarla.
La tasca di vitello va riempita per un massimo di due terzi in modo da lasciare margine per la cucitura e l'aumento di volume del ripieno durante la cottura.
La cima alla genovese si può farcire con diversi ingredienti che possono variare in base ai gusti e alla disponibilità.
Ai piselli spesso si aggiungono carote a cubetti, uova sode, maggiorana, pinoli e spezie varie. Animelle e frattaglie varie possono essere utilizzate tritate finemente e nella stessa quantità di carne tritata indicata.
Fabrizio De André ha dedicato una canzone, 'A çimma, proprio a questo piatto.
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