Castagne buone o matte (ippocastano), ecco come distinguerle

Una mini guida per capire come distinguere le castagne commestibili da quelle matte, frutto dell'ippocastano, che non sono edibili.

Simbolo dell'autunno e dei primi freddi, le castagne sono frutti gustosi e versatili, ricchi di proprietà benefiche.

Sono ideali non solo da abbrustolire sul fuoco, utilizzando la speciale padella bucherellata, ma anche da lessare, da cuocere al forno, da usare come contorno a un secondo di carne, come ingrediente predominante in un primo di pasta, un risotto o ancora come base per la preparazione di svariati dolci.
Attenzione però perché non tutte le castagne sono commestibili: alcune di esse sono tossiche per l'uomo, causa di seri problemi intestinali e intossicazioni.

Ecco una mini guida su come distinguere le castagne buone da quelle matte (dette anche "pazze" oppure "d'India").

Castagne comuni e matte: cosa sono

Le castagne comuni sono i frutti del Castagno Europeo, o Castanea sativa. Dall'elevato potere saziante, le castagne possono essere consumate a fine pasto, come snack ma anche come aperitivo alternativo ai classici stuzzichini.
Ricche di amido, sostituiscono egregiamente le più comuni fonti di carboidrati (pane, frutta, cereali e pasta).

Consumate con moderazione, apportano un buon quantitativo di vitamine del gruppo B e di folati, utili per favorire la produzione di energia e di globuli rossi.
In più, l'elevato contenuto di sali minerali quali manganese, magnesio, potassio, rame, zolfo, calcio e fosforo stimola il corretto funzionamento di fegato e muscoli, fungendo anche da supporto per affrontare i sintomi della sindrome premestruale.
Le fibre in esse presenti regolano l'intestino, ma mangiate in quantità eccessive potrebbero comportare episodi di meteorismo.
Non da ultimo, la farina che se ne ricava rappresenta una valida alternativa a quella di grano. Ideale per la preparazione di dolci, è ottima per chi è intollerante o allergico al glutine.

Non tutte le castagne però sono edibili.

Quelle "pazze", note anche come "matte", sono il frutto dell'Ippocastano (nome scientifico Aesculus hippocastanum) ed hanno un elevato livello di tossicità.
Chi non ha dimestichezza, può facilmente confonderle.
Per evitare spiacevoli casi di intossicazione e problemi intestinali di vario genere, basta fare attenzione ad alcuni dettagli.

Differenze tra castagne buone e matte

Apparentemente simili, le castagne matte si differenziano da quelle commestibili per tanti piccoli particolari:

  • quelle buone si trovano solo nei boschi ad una determinata altitudine (dai 300 ai 1200 metri), mentre le matte, frutti dell'Ippocastano, albero a scopo perlopiù ornamentale, sono visibili anche in città, nei parchi, nei cortili oppure lungo i viali
  • Gli arbusti, oltre che per origine, sono differenti anche per aspetto.
    Le foglie dell'Ippocastano, infatti, sono composite e simili a un palmo, mentre quelle del Castagno sono seghettate e singole
  • Il riccio della castagna tradizionale è ricco di aculei lunghi e pungenti.
    A maturazione passa da una colorazione verde a una marrone.
    Quello che racchiude i frutti dell'Ippocastano, invece, è di un bel colore verde acceso e caratterizzato da punte ben distanziate e corte.
    Di solito, contiene un'unica castagna, di grande dimensioni e tondeggiante, contro i 3-5 (talvolta perfino 7) frutti dalla forma triangolare e con un ciuffo apicale della controparte commestibile.

Cosa accade se si mangiano erroneamente le castagne matte

Secondo uno studio francese condotto dall'Agenzia per la sicurezza alimentare (Anses), sono in tanti a lasciarsi ingannare dalla somiglianza grossolana tra le due tipologie di frutti. L'11% dei ricoveri in ospedale, infatti, avviene per intossicazione da castagne non commestibili o matte.

L'ingestione di questi vegetali tossici può comportare dolori gastrici, ma anche serie lesioni renali e intestinali. Le saponine ampiamente presenti hanno una forte capacità irritante e provocano diarrea e vomito, sintomi aggravati dalla quantità consumata. Tra gli altri disturbi, si annoverano: irritazione della gola, nausea e problemi digestivi.

Se si ha il sospetto di un'intossicazione da castagne non edibili, è bene recarsi immediatamente presso il pronto soccorso o il centro veleni più vicino mostrando, quando possibile, una foto del frutto.

In caso di dubbio sulla commestibilità dei prodotti raccolti, si può procedere cucinando le castagne in acqua. Se sono matte, con la cottura emaneranno un cattivo odore e il sapore finale sarà amaro e molto sgradevole.

A cosa potrebbero servire le castagne matte

Pur non edibili, le castagne matte o d'India sono ugualmente utili. L'escina (una miscela di saponine) estratta dal frutto ha interessanti proprietà antinfiammatorie, antiedematose e venotoniche. Il principio attivo risulta molto efficace dunque per il trattamento delle varici, delle emorroidi, della cellulite e contribuisce ad aumentare la resistenza dei capillari, diminuendone la permeabilità.

In erboristeria e in farmacia è possibile trovare un'ampia varietà di prodotti contenenti l'estratto di Ippocastano e di altri principi attivi dall'azione sinergica o simile (come l’amamelide) molto utili in caso di afte e ulcere della mucosa della bocca. Della pianta, allo stesso scopo, viene utilizzata anche la corteccia.

Infine, è bene sfatare un falso mito: in molti sono convinti che tenere in tasca una castagna matta possa avere un effetto benefico sulla salute, contrastando il raffreddore.
Purtroppo, è solo una credenza popolare che, ad oggi, non ha alcun riscontro scientifico.

Per proteggersi dai mali di stagione rimangono valide le regole di base quali: mantenersi a un'adeguata distanza da chi è infetto, lavare sempre le mani e in modo accurato con acqua e sapone, evitare ove possibile gli ambienti troppo affollati, allontanare le fonti di stress, dormire a sufficienza, bere molta acqua e seguire un regime alimentare sano, con un buon apporto di vitamine e minerali.

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