Il mondo delle farine è variegato e spesso finiamo con il comprare la farina 00 e utilizzarla indistintamente per tutte le preparazioni. Vediamo le differenze.
Il mondo delle farine è assai variegato, ma spesso, per abitudine o perché non conosciamo le differenze, finiamo con il comprare la classica farina 00 e utilizzarla indistintamente per tutte le preparazioni.
E' molto importante però, documentarsi e leggere sull'etichetta la tipologia di cereale di cui è composta la farina che stiamo acquistando.
Infatti, essa è il risultato della macinazione di vari cereali (o vegetali), che può avvenire con processi diversi.
La parola farina, deriva dal termine latino "far" che indicava il farro, un cereale oggi di nuovo molto utilizzato, molto diffuso in epoca romana nel nostro territorio. La farina più comune è quella di grano, ma ne esistono molte tipologie, ad esempio quella di mais, di segale, di kamut o di riso.
La farina di grano può essere: di grano tenero, caratterizzata da un colore bianco e da una consistenza gessosa, molto adatta per la preparazione di pane, pizza e pasticceria; o di grano duro (detta anche di semola), dal colore giallastro e grani leggermente più grossi, impiegata principalmente nella produzione di pasta secca.
Nella lavorazione della farina di grano tenero, il chicco viene macinato e privato del rivestimento più esterno e a seconda del grado di raffinazione (ovvero della percentuale di involucro del chicco macinata) si distinguono la farina di tipo 00, 0, 1, 2 e integrale.
Analizziamo le differenze.
Si tratta della farina più raffinata, ottenuta con un moderno sistema di macinazione che utilizza cilindri in acciaio.
Attraverso questo processo vengono eliminate dal chicco tutte le parti importanti a livello nutrizionale, come il germe e la crusca, ricchi di fibre e vitamine.
Il risultato è una farina molto bianca, e semplice da lavorare, che purtroppo non offre molto al nostro organismo, se non amido (carboidrati) e poche proteine (il glutine).
E' la farina più utilizzata per la preparazione di lievitati veloci, dolci e pasta fresca.
Rispetto alla precedente, è meno raffinata, contiene infatti una bassa percentuale di crusca, ma come quella di tipo 00 è priva della maggior parte dei suoi principi nutritivi.
Viene generalmente utilizzata per il pane bianco comune e altre panificazioni casalinghe.
La farina di tipo 1 può essere considerata il miglior compromesso tra la lavorabilità delle farine raffinate e l'apporto di principi nutrienti garantiti dalle farine integrali.
Contiene una quantità maggiore di crusca e di germe di grano, le parti più ricche di sostanze nutritive, come le fibre, importanti per la nostra alimentazione.
Viene definita anche farina semi integrale. Possiede granuli di dimensioni più grandi e maggiori compononenti nutrizionali rispetto alle precedenti.
Viene spesso utilizzata da chi si approccia all'uso delle farine integrali e non vuole rinunciare a fibre, vitamine e sali minerali.
Questo tipo di farina rende i panificati più leggeri e croccanti e dona un colore più dorato all crosta.
La farina integrale è la meno raffinata e la più completa, contiene infatti l'intero chicco in tutte le sue parti.
Era questa la farina che si utilizzava abitualmente prima che si diffondessero le moderne tecniche di macinazione industriale.
Spesso viene prodotta con la macinazione a pietra, che la rende la migliore, in quanto il grano non subisce il surriscaldamento che potrebbe limitare i principi nutritivi.
Oggi che prestiamo una maggiore attenzione a quello che si porta in tavola, la farina integrale è tornata ad essere prodotta da molti marchi e sembrerebbe essere la scelta ottimale per un'alimentazione che punta al benessere.
remo de simone
domenica 22 marzo 2020
la farina di mais per polenta ,puo' essere utilizzata al 50% miscelata alla farina 00, per fare la pizza?
Ricetta.it
ha scritto: domenica 22 marzo 2020
Ciao Remo, purtroppo no