L'abitudine di lavare il pollo crudo sotto l'acqua prima di cuocerlo è molto pericolosa perché potrebbe generare la diffusione di un batterio nocivo.
Il pollo è una carne che piace davvero a tutti: dai più grandi, perché è magra e proteica, ai più piccini che la adorano per il suo gusto delicato.
Al forno con le patate o in padella alla romana, il pollo è uno degli ingredienti più amati e versatili.
Ma attenzione, perché in cucina la prudenza non è mai troppa e c'è un'abitudine che va assolutamente evitata se non si vuole incorrere nella diffusione di un pericoloso batterio, il campylobacter.
Non si deve mai lavare il pollo prima di cuocerlo.
Un recente studio realizzato dal Dipartimento di Agricoltura statunitense e dall'Università dello Stato del Nord Carolina, oltre ad una campagna britannica di sensibilizzazione pubblica di qualche anno fa, dimostrano scientificamente perché sia pericoloso lavare il pollo prima di cucinarlo e perché questo passaggio va assolutamente evitato se non si vuole andare incontro a problemi di salute.
Lo studio è stato condotto su 300 persone chiamate a cucinare un pasto a base di pollo e insalata.
Divisi in due gruppi, il primo ha ricevuto tutte le istruzioni del caso, compresa quella di non lavare la carne di pollo (trattata, a sua volta, con una forma non pericolosa di escherichia coli) mentre il secondo non ha avuto alcun tipo di indicazione.
Il 61% delle persone appartenenti al secondo gruppo hanno lavato il pollo e nel 26% di questi casi è stato trovato il batterio non solo nel pollo ma anche nell'insalata, nel lavandino e nei vari utensili da cucina utilizzati.
Il campylobacter presente nel pollo è un batterio molto diffuso ed è fonte della zoonosi alimentare, ossia una patologia causata dal consumo di cibo contaminato da agenti patogeni come virus, batteri o muffe.
In Europa, ogni anno, i casi si aggirano intorno ai 320mila (anche se il numero effettivo potrebbe essere molto di più), il doppio rispetto alla più nota salmonella.
Tra gli effetti della campilobatteriosi troviamo diarrea, vomito, dolori addominali e febbre.
In genere i sintomi scompaiono nel giro di qualche giorno ma potrebbero anche esserci delle complicazioni che riguardano perlopiù determinate categorie di soggetti, tra cui bambini, anziani e immunodepressi.
ra le più gravi conseguenze a lungo termine ricordiamo: l'artrite reattiva, le infiammazioni a carico di reni e fegato e la sindrome di Guillain-Barré; una malattia infiammatoria acuta, in genere rapidamente progressiva, caratterizzata da debolezza muscolare e lieve perdita della sensibilità distale.
Coma già anticipato la prima cosa da fare, se si vogliono evitare contaminazioni, è non lavare assolutamente il pollo perché così facendo i batteri potrebbero diffondersi sulle varie superfici e su altro cibo.
Poi si consiglia di:
Infine, una particolare attenzione va prestata anche alla conservazione in frigo. È preferibile riporre il pollo crudo (non lavato) in un piatto, coprirlo con della pellicola trasparente e poi riporlo in frigo, su un apposito ripiano, lontano da altri alimenti.
Velia Calendino
lunedì 5 dicembre 2022
Non ho ben capito il pollo si mette a cucinare senza lavarlo?
Ricetta.it
ha scritto: martedì 6 dicembre 2022
Esattamente