Vi siete mai chiesti perché a Pasqua ci sia la tradizione di mangiare la carne di agnello? Scopriamo da cosa nasce questa antica usanza.
Vi siete mai chiesti perché a Pasqua ci sia la tradizione di mangiare la carne di agnello?
Scopriamo da cosa nasce questa antica usanza che non è soltanto religiosa e soprattutto sembra sfuggire alla tradizione cristiana.
La Santa Pasqua per la religione cristiana è il momento in cui si compie il disegno di Dio che ha mandato il proprio figlio Gesù Cristo in terra per espiare tutte le colpe e i peccati dell'umanità.
È dunque simbolo di speranza e soprattutto di rinascita grazie alla Resurrezione che avviene nel giorno di Pasqua, esattamente 3 giorni dopo la crocifissione.
Tuttavia, come accade per altro anche con il Natale, la Pasqua non è soltanto una festa religiosa ma anche un simbolo di consumismo e il momento nel quale tutti cercano di trovare soddisfazione in pasti all'insegna della buona cucina. In maniera abbastanza trasversale nella geografia culinaria italiana c'è la consuetudine di preparare un pasto che preveda anche la consumazione di carne di agnello.
Spesso si parla di tradizione e di antica usanza che, tuttavia, ha delle radici leggermente differenti.
L'agnello viene preparato nel giorno di Pasqua in tantissimi ricette come l'abbacchio a scottadito oppure nella classica versione a forno molto apprezzata soprattutto in Puglia.
Praticamente in ogni regione c'è una propria consuetudine tant'è che a Napoli lo si propone in abbinamento con piselli e uova mentre in altre parti c'è chi lo preferisce impanato e al forno oppure fritto.
Ma perché proprio a Pasqua si deve mangiare l'agnello e soprattutto cosa c'è dietro questa antica usanza?
Non è un mistero che nell'Antico Testamento si faccia spesso e volentieri riferimento all'agnello visto come simbolo del sacrificio.
I richiami sono presenti in tantissime storie e vicende, anche piuttosto famose, come quella dell'esodo del popolo israeliano dall'Egitto con Dio che chiede a Mosè e ad Aronne di fare in modo che ogni famiglia abbia un agnello.
Quindi verrebbe da pensare che Gesù in qualche modo sia comparato all'agnello sacrificale come del resto si evidenzia anche nel Nuovo Testamento quando Giovanni Battista, nell'accogliere Gesù, lo definisce l'agnello di Dio ossia colui che toglie il peccato dal mondo.
Se c'è una cosa che contraddistingue la religione cristiana rispetto a quelle pagane è proprio l'assenza di sacrifici. Nelle scritture sacre e in particolare dei Vangeli, non c'è praticamente traccia di questa presunta ossessione verso i sacrifici rituali come invece però venivano riportati nell'Antico Testamento.Q
Questo ha portato diversi studiosi ed esperti di religioni, nello sviluppare una teoria secondo cui mangiare l'agnello a Pasqua non sia per nulla una tradizione cristiana.
Di certo c'è che con il passaggio di Gesù Cristo sulla Terra scompare il rito sacrificale ma questo ha comunque indotto i cristiani che festeggiano la Pasqua nel mantenere intatta la tradizione di acquistare carte di agnello e di prepararla in casa con tantissimi ricette magari in abbinamento con le patate al forno oppure in versioni agrodolci.
Hai dubbi o hai domande?
Accedi per commentare