Scopriamo insieme le proprietà degli agretti, chiamati anche barba di frate, come si puliscono, si cucinano e gli abbinamenti più indicati in cucina.
Gli agretti sono una verdura tipicamente primaverile ed è praticamente impossibile trovarli nel banco dei surgelati o in altre stagioni dell'anno.
Sono conosciuti più comunemente come barba del frate o senape del monaco.
La loro caratteristica principale è quella di avere un gusto acidulo e leggermente piccante.
Gli agretti, il cui vero nome è salsola soda, si presentano come dei filamenti lunghi e sottili di colore verde scuro e ciò che si consuma sono i rametti e i germogli.
La barba di frate cresce solitamente bene negli ambienti marini e in zone costiere, non è soggetta agli attacchi di insetti e parassiti e per questo non necessita dell'uso di pesticidi.
Sono composti per la maggior parte da acqua (92%), zuccheri, fibre, proteine e una piccola quantità di grassi (0,2%).
Buono anche l'apporto di vitamine A, B1, B2,B3, K e C, nonché di minerali tra cui: calcio, ferro, magnesio, fosforo e potassio.
Sono il cibo ideale per accompagnare diete dimagranti o comunque light, in quanto 100g di agretti apportano solo 17 calorie.
Gli agretti sono un vero e proprio toccasana per tutti coloro che devono purificare il proprio organismo dalle tossine. Si tratta infatti di un alimento dalle spiccate proprietà depurative.
Consumarli dopo pasti elaborati o abbondanti o per alcuni giorni di seguito aiuta l'organismo, in particolare il fegato, a liberarsi dalle sostanze nocive.
Inoltre, è di aiuto per riequilibrare la flora intestinale dopo un uso prolungato di antibiotici.
La presenza di antiossidanti permette l'eliminazione dei radicali liberi e quindi aiuta l'organismo a non invecchiare prima del tempo.
La barba di frate, essendo ricca di fibre, è un ottimo alleato dell'apparato digerente.
Fibre ed acqua, consentono la formazione delle feci e favoriscono il regolare transito intestinale.
Ricordiamo infine, che la presenza della Vitamina A protegge gli occhi e la vista, mentre la presenza del calcio è importante per la salute dei denti e delle ossa.
Come già anticipato gli agretti hanno un sapore leggermente acidulo e piccante, cosa che li rende adatti ad accompagnare piatti a base di carne o pesce, ma anche per arricchire un'insalata.
Il primo consiglio è quello di usarli appena comprati. Si tratta infatti di un prodotto facilmente deperibile e nel frigorifero si conserva al massimo per tre giorni.
Prima dell'uso vanno scelte le parti più delicate, eliminando quelle più dure e legnose.
Dopo di ché vanno accuratamente lavate sotto l'acqua corrente in modo da eliminare ogni tipo di impurità, magari lasciandole a bagno in acqua e bicarbonato per alcuni minuti.
La cottura degli agretti può essere di diversi tipi, anche se quella tradizionale li vuole bolliti o cotti al vapore.
La cotture degli agretti non è molto lunga e di solito non supera i 5/10 minuti.
Una volta cotti si condiscono con olio extravergine d'oliva, succo di limone e sale. Sono un ottimo accompagnamento alle carni bianche, come pollo o tacchino, in quanto gli conferiscono un po' di sapore in più grazie al gusto leggermente piccante. Un altro modo per gustarli è quello di abbinarli a delle uova sode accompagnate a dei pomodori secchi e delle acciughe.
Volendo si possono cuocere direttamente in padella senza doverli preventivamente lessare. Basta soffriggere uno spicchio d'aglio, aggiungere gli agretti ben lavati e farli insaporire per alcuni minuti.
In seguito si finisce la cottura aggiungendo un po' d'acqua e volendo un po' di peperoncino e un pizzico di sale. Infine, possono essere consumati anche crudi, tagliati a pezzetti e aggiunti all'insalata.
In passato dagli agretti veniva estratta la soda, dopo la loro bruciatura, con la quale si faceva il sapone oppure il vetro di Murano.
Non a caso venivano coltivati in piena Laguna di Venezia per fornire la materia prima alle vetrerie di Murano e dei dintorni.
In Italia ha molti nomi: in Romagna questa verdura viene chiama “lischi” o “liscari“, in Umbria “riscoli” e nelle Marche “rospici” o “arescani“.
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