Una guida dettagliata per capire come deve essere conservato correttamente l'olio di oliva e come capire quando è andato a male e non può più essere impiegato.
Ricco di antiossidanti, polifenoli e vitamine liposolubili, l'olio di oliva è considerato il re della dieta mediterranea e un prezioso alleato della salute.
Consumarlo quotidianamente aiuta a mantenere sotto controllo il colesterolo "cattivo" e a prevenire il diabete, favorisce il benessere del cuore e del sistema circolatorio, combatte l'insorgenza di alcuni tipi di tumore e rallenta l'invecchiamento delle cellule.
Affinché l'olio EVO mantenga inalterati il suo gusto e le sue proprietà, è molto importante conservarlo in modo corretto: ecco alcuni semplici consigli.
La luce, il calore e l'ossidazione sono i fattori chimico-fisici che possono comprometterne le proprietà e le caratteristiche organolettiche dell'olio di oliva, sino a causarne l'irrancidimento.
É per questo che i produttori lo stoccano in recipienti di acciaio inox o latta, impenetrabili alla luce e resistenti agli urti, oppure in bottiglie di vetro spesso e scuro.
Quando acquistiamo l'olio EVO, dunque, siamo certi del suo corretto confezionamento ma anche in casa dobbiamo fare la nostra parte per mantenerlo integro.
Che si tratti di lattine o di bottiglie, l'olio deve essere riposto in luoghi freschi e asciutti, lontano da fonti di calore e di luce solare o artificiale: sono da preferire le credenze dotate di sportelli opachi, privi di vetri trasparenti, e le cantine, dove la temperatura si mantiene costante durante tutto l'anno.
Occorre tenere presente, infatti, che l'olio tende ad addensarsi sotto i 12 °C, perdendo le sue proprietà quando viene esposto lungamente a temperature superiori a 18/20 °C.
Se abbiamo l'abitudine di fare scorta di olio d'oliva, acquistando ad esempio confezioni da 5 o 10 litri, è bene travasarne solo piccole quantità nelle oliere e nelle ampolle di vetro o porcellana che adoperiamo quotidianamente, avendo cura che siano ben pulite, asciutte e chiuse ermeticamente per evitare l'ingressio di aria.
É invece sconsigliabile versare l'olio in recipienti di plastica, un materiale leggero e maneggevole ma capace di liberare sostanze dannose per la salute, soprattutto quando viene utilizzato più volte.
Chiudere bene le bottiglie e le oliere dopo l'uso e tenerle lontano dai fornelli quando si cucina sono ulteriori, utilissimi accorgimenti.
Come ogni alimento, anche l'olio d'oliva ha una data di scadenza fissata dai produttori in base alla qualità delle olive utilizzate e ai risultati delle analisi chimiche effettuate sul prodotto prima di metterlo in commercio.
Il grado di acidità dell'olio, la quantità di polifenoli e tocofenoli presenti, i metodi di estrazione e le condizioni ambientali determinano la vita dell'olio e, di conseguenza, la data di scadenza da apporre su ciascuna confezione.
Una corretta conservazione, poi, consente di mantenerne intatti il gusto e i benefici dell'olio di oliva almeno sino alla data stabilita dal produttore.
In generale, il periodo ideale per consumare questo alimento dalle caratteristiche uniche non supera i 18/24 mesi dall'imbottigliamento.
Se abbiamo dimenticato una bottiglia di olio in fondo alla credenza o in cantina e non siamo certi della sua bontà, possiamo accertarci che non sia andato a male affidandoci ai nostri sensi per eseguire alcuni semplici test.
Iniziamo dal colore che, come ben sappiamo, varia dal giallo dorato al verde brillante: una tonalità molto scura o tendente al rosso è un importante indizio del deterioramento dell'alimento.
Il successivo esame olfattivo e gustativo ce ne darà conferma.
Un olio irrancidito, infatti, ha un odore forte che ricorda quello dei solventi e delle vernici; al palato, poi, presenta un gusto anomalo, assolutamente sgradevole e davvero diverso da quello a cui siamo abituati.
Purtroppo l'irrancidimento è un processo irreversibile, l'olio di oliva non può essere usato e non deve essere mescolato con dell'altro olio, una pratica che comprometterebbe irrimediabilmente anche quest'ultimo.
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