Olio di semi: cosa contiene davvero? Occhio alle etichette

L'olio di semi lo troviamo quasi sicuramente in tutte le nostre case: viene utilizzato comunemente come condimento, come sostituto del burro per la preparazione di numerosi dolci ed è ideale per le fritture.

Gli oli di semi più comuni sono quelli di arachidi, di girasole, di mais, di vinaccioli, colza, palma, ma ne esistono di tantissimi tipi, meno comuni, come l'olio di cartamo, l'olio di jojoba, l'olio di avocado, olio di soia, olio di noce (meno comuni nel senso che non è facili trovarli nella grande distribuzione).

Oggi, però, ci chiediamo una cosa: l'olio di semi è più salutare di quello di oliva? E cosa contiene? 

Olio di semi e olio EVO (extravergine di oliva) a confronto: qual è più calorico?

Si crede comunemente che l'olio di semi (come mais, girasole, arachidi, ecc.) sia meno grasso e più salutare dell'olio extravergine d'oliva (EVO), e quindi preferibile nelle diete dimagranti. Questa idea nasce dal sapore intenso dell'olio EVO, percepito come più pesante rispetto al gusto più delicato degli oli di semi.

Tuttavia, il contenuto calorico è lo stesso, poiché tutti gli oli forniscono 9 kcal per grammo. Di conseguenza, chi ritiene l'olio di semi più leggero tende a usarne di più, aumentando così l'apporto calorico complessivo. 

Olio di semi e olio EVO: quale è meglio per friggere?

Inoltre, la convinzione che gli oli di semi siano più adatti alla cottura e alla frittura è errata. L'olio EVO è ricco di grassi monoinsaturi (circa 70%), mentre gli oli di semi, come quelli di girasole e mais, contengono prevalentemente grassi polinsaturi (circa 50%), inclusi acidi grassi omega 3 e 6.

Sebbene tutti questi lipidi siano essenziali per il nostro corpo, reagiscono diversamente al calore: gli oli di semi tendono a perdere più rapidamente le loro proprietà nutritive rispetto all'olio EVO, che possiede componenti protettivi interni. In particolare, gli omega 3, molto sensibili al calore, si degradano facilmente.

Per quanto riguarda la frittura, ogni olio ha un punto di fumo diverso, cioè la temperatura alla quale l'olio riscaldato inizia a emettere fumo, segnale di ossidazione, degradazione dei nutrienti e possibile formazione di composti tossici (come l'acroleina).

L'olio EVO ha un punto di fumo di circa 190 °C, mentre l'olio di semi, come quello di arachide, può arrivare a 230 °C. Tuttavia, per la frittura, che si svolge generalmente tra i 140 °C e i 180 °C, la differenza tra i due oli è trascurabile.

Pertanto, la convinzione che l'olio di semi sia più leggero e salutare dell'olio EVO non ha fondamento scientifico.

Cosa contengono gli oli di semi?

Gli oli di semi sono spesso prodotti attraverso metodi economici che ne garantiscono una lunga conservazione.

Vengono estratti a temperature elevate e sottoposti a processi chimici che li trasformano in oli raffinati.

Se l’etichetta non specifica la composizione, è difficile sapere quali nutrienti contengano effettivamente e possono anche contenere grassi trans, dannosi per la salute se consumati in eccesso. 

La spremitura dell'olio extravergine d'oliva deve, per legge, avvenire a freddo, mentre l'olio di semi può essere estratto sia attraverso la pressione sia mediante l'uso di solventi.

In genere, i prodotti disponibili nei supermercati sono spesso ottenuti tramite il metodo di estrazione con solventi, che offre una resa più elevata, economica e rapida. Tuttavia, questo processo influisce negativamente sulla composizione di micronutrienti e fitocomposti dell'olio, principalmente a causa delle alte temperature necessarie per separare il solvente dall'olio finale, piuttosto che per il tipo di solvente impiegato.

Leggi anche: come riconoscere un buon olio extravergine di oliva