La data di scadenza sulle confezioni del latte è solo indicativa, molto spesso infatti la bevanda è buona ancora 2 o 3 giorni dopo tale data. Ecco come capirlo.
Seguire rigidamente le date di scadenza non sempre è una buona idea, in particolare se si tratta di alimenti come il latte che spesso non merita di finire nel lavandino il giorno dopo la famigerata data di scadenza.
Meglio quindi affidarsi ad alcuni semplici accorgimenti per scoprire se il latte è ancora buono dopo la data di scadenza, evitando sprechi alimentari, inquinando di meno e risparmiando un po'.
Quando acquistiamo una confezione di latte ci possiamo imbattere in due diverse diciture, entrambe riferite alla scadenza del latte, ma con significati sostanzialmente diversi.
Se c'è scritto "da consumare entro il", significa che il latte va consumato entro quella data e che presumibilmente dopo un paio di giorni da quella data, il latte non sarà più buono.
Se invece troviamo la scritta "da consumarsi preferibilmente entro il", significa che il latte può essere consumato anche dopo diversi giorni dalla data suggerita, ma in ogni caso occorre sempre fare molta attenzione prima di berlo.
Solitamente si usa la prima dicitura per il latte fresco pastorizzato o per quello pastorizzato di alto qualità, che hanno un periodo di conservazione molto breve, ovvero intorno ai 6-7 giorni, nonchè per il latte fresco pastorizzato e microfiltrato con scadenza dopo 10 giorni.
Un discorso diverso va invece fatto per il latte a lunga conservazione UHT o per quello a lunga conservazione sterilizzato che hanno rispettivamente un periodo di conservazione di 3 e 6 mesi.
In questo caso viene solitamente impiegata la dicitura "da consumarsi preferibilmente entro il", ma nulla toglie che oltre quella data il latte sia ancora buono e possa essere tranquillamente consumato senza rischiare danni alla salute.
Vediamo nel dettaglio in che modo possiamo riconoscere se il latte è ancora buono dopo la data di scadenza.
Ci sono alcune pratiche che possono aiutarci a capire se il latte è ancora edibile dopo la data riportata sulla confezione, che sia fresco o a lunga conservazione.
Odorare il latte: può sembrare una cosa banale, ma una delle prime cose da fare è quello di accostare il latte al naso e sentire l'odore che emana. Se il latte è buono, dovrebbe avere un odore delicato e quasi inesistente, mentre se è andato a male emana un odore acidulo e particolarmente sgradevole. Se così fosse, buttatelo subito.
Controllare il colore: un altro segno che può mettervi in allerta circa la freschezza del vostro latte è il suo colore. Se notate delle striature, macchie o un colore omogeneo leggermente tendente al giallo, allora non è più buono, questo perchè il latte dovrà avere solo un colore, il bianco.
Esaminate la consistenza: agitate leggermente il pacco del latte, in modo da smuovere eventuali depositi sul fondo della bottiglia. Se il latte è buono la sua consistenza è simile a quella dell'acqua, ma leggermente più densa, senza alcun tipo di grumi.
Riscaldate il latte: un metodo della nonna quasi infallibile è quello che consiste nel riscaldare il latte.
Basta metterne una piccola quantità in un pentolino e farlo bollire.
Se una volta caldo perde la sua consistenza liquida e tende a coagularsi o formare dei grumi, il latte non è più buono.
Lo stesso esperimento può essere fatto usando il microonde, basta scaldarlo per 30 secondi alla massima potenza.
In conclusione, il consiglio è quello di non buttare via il latte guardando solo alla data di scadenza, ma accertarsi che effettivamente non sia più commestibile usando uno dei metodi esposti prima.
Inoltre, per prolungare la scadenza del latte è molto importante il suo metodo di conservazione, ovvero in frigorifero nel caso si tratti di latte fresco o comunque in confezioni già aperte, mentre a temperatura ambiente e lontano da fonti di calore per il latte a lunga conservazione.
Sebbene spesso lo riponiamo nello sportello insieme all'acqua il latte dovrebbe essere messo nel ripiano centrale dell'elettrodomestico, perchè i ripiani all'interno dello sportello sono i meno freddi e i più soggetti agli sbalzi di temperatura quando si apre il frigo.
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