Il latte senza lattosio nasce per ovviare a una delle intolleranze più diffuse: ma cosa contiene e come viene prodotto? Rispondiamo alle domande nell'articolo.
Il latte senza lattosio nasce per ovviare a quella che oggigiorno rappresenta una delle intolleranze più diffuse, di modo che, chi non è in grado di digerire la bevanda tradizionale, abbia la possibilità di beneficiare dei medesimi nutrienti, senza rinunciare al gusto.
Ma cosa contiene e come viene prodotto il latte senza lattosio? Inoltre perché si dimostra essere maggiormente dolce rispetto a quello classico?
Rispondiamo a queste domande nel nostro articolo.
Sebbene il latte costituisca una bevanda completa dal punto di vista nutrizionale in quanto ricca di minerali, vitamine e proteine essenziali all’organismo, alcuni individui risultano intolleranti poiché il loro metabolismo non è in grado di produrre l’enzima lattasi.
Quest’ultimo rappresenta una sorta di separatore per molecole in grado di dividere lo zucchero disaccaride detto lattosio nelle due componenti denominate glucosio e galattosio.
Di conseguenza accade che lo zucchero rimasto integro inizia velocemente a fermentare dando origine a gas intestinali, gonfiore addominale e altri disturbi affini quali ad esempio mal di pancia, diarrea, senso di nausea e persino cefalea.
Ecco allora che per porre rimedio a questo problema e rendere il latte più digeribile, i produttori intervengono aggiungendo l’enzima lattasi mancante.
Proveniente da alcuni microrganismi modificati a livello genetico o in alternativa da alcuni funghi quali l’Aspergillus niger, il Rhizopus oryzae e altri ancora, diviene capace di spezzare il lattosio rendendolo più digeribile.
In altre parole, al contrario di ciò che si potrebbe credere, quest’ultimo non viene eliminato, bensì diviso per merito dell’enzima introdotto al fine di essere smaltito più facilmente dal corpo.
Ed è proprio grazie agli zuccheri semplici come il glucosio e il galattosio derivati da tale scissione che la bevanda in questione possiede un gusto più dolce rispetto al latte prima di subire il trattamento (Il lattosio ha un potere edulcorante inferiore).
Dopo aver portato a compimento il processo di idrolisi, ovvero della divisione dello zucchero disaccaride chiamato lattosio nei due monosaccaridi detti glucosio e galattosio, il risultato ottenuto consiste in una bevanda contenente circa 3.4 g di zucchero ogni 100 ml di latte senza lattosio, contro i precedenti 5 g di quello classico.
In altri termini, se si considera che generalmente il latte viene assunto in una dose di circa 125 ml, il quantitativo di zuccheri risparmiato ammonta a 2 g, ovvero a metà cucchiaino.
Si ottiene quindi un latte con il medesimo apporto nutrizionale e dal noto sapore, sebbene lievemente più dolce e con un quantitativo di zuccheri inferiore.
Come si può evincere dai dati emersi, gustare a tavola alimenti privi di lattosio è davvero semplice poiché in commercio si hanno a disposizione molteplici derivati dal latte sottoposti a tale processo. In questo modo si possono evitare intolleranze più o meno gravi a seconda dei soggetti.
Dunque, nel caso del latte abbiamo a che fare con un prodotto comunque sano, che consente agli intolleranti al lattosio di beneficiare sia del sapore, sia delle tipiche proprietà, senza però dover andare incontro a delle spiacevoli conseguenze fisiche a seconda del livello di sensibilità personale.
A dispetto di ciò che comunemente si crede, si può quindi affermare che bere latte senza lattosio non è una cattiva abitudine. Allo stesso modo si possono utilizzare anche tutti gli altri prodotti delattosati (formaggi, yogurt e così via) presenti sul mercato per realizzare le proprie pietanze preferite con ottimi risultati.
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