Caffè solubile, caffè in polvere, caffè istantaneo: pronto in pochi minuti, è perfetto per chi va di fretta. Ecco cosa contiene e come viene prodotto.
Il caffè solubile, noto anche come caffè istantaneo o in polvere, si contraddistingue per un livello di preparazione semplice e veloce.
Al composto di caffè tostato, infatti, basta aggiungere dell'acqua calda oppure del latte.
La prima versione del caffè solubile risale ai tempi della Guerra Civile Americana: si trattava di un composto concentrato fatto di polvere di caffè, di zucchero e di latte, a cui veniva aggiunta dell'acqua calda.
Il sapore migliorò in seguito ad alcuni brevetti: i più noti furono quello del francese Alphonse Allais (1881) e dello statunitense Constant Louis Washington (1909).
Quest'ultimo decise di aprire un impianto di produzione da cui ebbe origine l'avvento di Nescafè, brand a oggi leader nel settore del caffè solubile.
Il processo di produzione del caffè in polvere verte tutto attorno alla raccolta dei chicchi di caffè.
Essendo questi crudi, vengono dapprima tostati, al fine di definire il profilo aromatico. In questa fase, si esaltano le caratteristiche naturali del prodotto e si rimuove l'acqua contenuta nei grani.
Lo step successivo è incentrato intorno alla macinazione dei chicchi.
In seguito, è la volta dell'estrazione della bevanda: l'acqua deve essere sotto pressione a 175 gradi e vengono aggiunti appositi additivi per migliorare il gusto.
Si prosegue poi andando a rimuovere l'acqua dalla bevanda mediante il processo di sublimazione: l'acqua, in versione ghiacciata, diventa vapore senza passare allo stato liquido.
Questo estratto di caffè viene dapprima congelato in tempi rapidi, onde evitare alterazioni di prodotto e la formazione di cristalli di ghiaccio.
In seguito, i granuli vengono spezzettati, setacciati, suddivisi per grandezza e portati in una camera di essiccazione, in attesa della loro asciugatura naturale.
A questo punto, la camera di essiccazione viene riscaldata; si crea la condensa, dovuta al processo di sublimazione. Infine, le operazioni si concludono con la rimozione del vapore acqueo e con il confezionamento dei granelli di caffè liofilizzato.
Metodo alternativo per produrre il caffè solubile è quello dell'essiccazione a spruzzo, noto anche come spray drying.
Si tratta di un metodo low cost e veloce che prende il via dalla bevanda concentrata.
Vengono impiegati degli ugelli di atomizzazione, dove le ruote portano a termine 20.000 giri al minuto. La bevanda nebulizzata viene spruzzata in appositi cilindri di dimensioni importanti, dove passano flussi di aria calda a 250 gradi.
Il risultato è che le gocce nebulizzate finiscono per depositarsi in fondo nel formato di polvere, dato che la componente acquosa viene rimossa.
Siccome le particelle di caffè appaiono troppo fini, non sarebbero di semplice consumazione. Ragion per cui, vengono create delle agglomerazioni. Tutto ciò è possibile ricorrendo alla fusione mediante vapore.
In definitiva, a prescindere dal metodo impiegato, la produzione di caffè solubile necessita di conoscenze specifiche e di macchinari all'avanguardia.
La preparazione del caffè solubile è immediata.
Occorre solo sciogliere i granuli nell'acqua calda o nel latte. È scelta saggia optare per l'utilizzo di acqua filtrata o da bottiglia, perché l'eccessiva presenza di sali minerali inciderebbe negativamente sul gusto, rendendolo amaro.
Occhio alle proporzioni: chi predilige un caffè più forte, fa bene ad aggiungere più polvere.
Chi ricerca dalla bevanda una certa cremosità, deve necessariamente optare per l'aggiunta del latte caldo o della panna montata.
In riferimento agli aromi, un caffè solubile ancora più godibile può beneficiarne in termini di sapore dall'impiego di quantitativi minimi di cannella o di vaniglia.
Per ciò che concerne la temperatura dell'acqua, è bene che sia calda, possibilmente attorno ai 70 o 80 gradi, ma mai bollente. Infine, è sempre il caso di mescolare bene, con l'intento di formare una crema uniforme in superficie, evitando la formazione dei grumi.
Per quanto riguarda la caffeina presente all'interno del caffè solubile, è opportuno specificare che i quantitativi sono decisamente inferiori a quelli del caffè tostato e macinato: se in un espresso, la quantità di caffeina è grosso modo attorno ai 50-80 mg e nella variante moka sale sino ai 100-120 mg, nel caffè solubile non raggiunge i 30 mg.
Per questo motivo, chi cerca una carica mattutina, farebbe bene a prendere in considerazione altre opzioni al posto del caffè solubile.
Non proprio e per un semplice motivo: qualsiasi caffè solubile non potrà mai garantire la qualità tipica di un tradizionale caffè, trattandosi di un prodotto raffinato che va incontro a vari processi di lavorazione: rientrano fra questi l'aggiunta di additivi per preservare la flagranza a lungo termine e per migliorare sia il profumo sia il sapore.
Va ricordato poi che la produzione del caffè solubile parte dai chicchi di scarto delle piantagioni industriali.
Si selezionano caffè crudi messi in vendita da 10 a 30 euro al kg.
Una delle questioni attuali sul caffè in polvere è imperniata attorno alla presenza dell'acrilammide, una sostanza nociva per la salute, soprattutto per quanto riguarda il sistema nervoso e riproduttivo.
I rischi, però, non ci sono, visto che nel caffè in polvere i quantitativi di acrilammide si attestano fra le 170 e i 500 pbb (parti per bilione). L'organismo riesce ad assimilare questa sostanza senza intoppi.
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