Arancino o arancina? Ecco la dicitura corretta

Il dibattito tra arancina e arancino divide gli italiani: qual è la corretta dicitura? Per rispondere a questa domanda, è intervenuta l'Accademia della Crusca.

La diatriba tra arancina e arancino divide gli italiani, soprattutto i siciliani, suscitando confronti tra chi difende una forma e chi l'altra.

Il dibattito è incentrato intorno ad una domanda: qual è la corretta dicitura di questo iconico street food siciliano, composto da riso, pomodoro, carne e piselli (nella versione tradizionale, ma presente anche in molte altre varianti)?

A Palermo si dice "arancina", mentre a Catania si preferisce "arancino".

Un caso linguistico che divide la Sicilia, con la forma femminile in Occidente e quella maschile in Oriente. 

Un tema così sentito che, qualche anno fa, è persino intervenuta l'Accademia della Crusca, che ha emesso la sua sentenza. Vediamo quale. 

Gli arancini entrano nell'Oxford English Dictionary

Il dibattito ha anche trovato un nuovo capitolo con l'ingresso della parola "arancini" nell’Oxford English Dictionary.

Nel suo ultimo aggiornamento, il celebre dizionario inglese ha introdotto centinaia di nuovi termini, inclusi slang e neologismi, tra cui anche il plurale maschile "arancini".

La definizione recita: "polpette di riso con ripieno salato, ricoperte di pangrattato e fritte, generalmente servite come antipasto o spuntino".

Una descrizione che, pur non essendo del tutto sbagliata, ha suscitato qualche polemica tra i siciliani, che hanno precisato che non si tratta esattamente di "polpette" e che in Sicilia non c'è mai un momento sbagliato per gustarli, dalla colazione al dopocena. 

Arancina o arancino? Per gli inglesi è maschio

Nonostante la definizione dell'Oxford Dictionary sia corretta per gli anglofoni, molti esperti siciliani hanno precisato che l'arancino (o arancina) è molto più di uno spuntino. La notizia dell'inclusione di questo piatto nel dizionario ha entusiasmato i siciliani, soprattutto quelli di Catania, che vedono per la prima volta un simbolo della cucina regionale riconosciuto a livello internazionale.

La risposta dell'Accademia della Crusca

In Italia, tuttavia, il dibattito continua, e come ha confermato l’Accademia della Crusca, entrambe le versioni sono valide.

Il termine è legato all’arancio, e la prima testimonianza scritta risale al Dizionario siciliano-italiano di Giuseppe Biundi del 1857, dove appare la forma "arancinu", descritta come una "vivanda dolce di riso fatta alla forma della melarancia".

La storia della gastronomia è spesso fatta di piatti dolci trasformati in salati, quindi la questione linguistica non è così semplice. In dialetto siciliano, il frutto dell’arancio è "aranciu", che in italiano regionale diventa "arancio". Tuttavia, l’indicazione del genere del nome varia in tutta Italia: il femminile è più comune nel linguaggio scritto, mentre il maschile prevale nel parlato.

Secondo l’Accademia della Crusca, il femminile è generalmente percepito come la forma più corretta, poiché la distinzione di genere tra albero e frutto è una caratteristica tipica della lingua italiana (come nei casi di "melo/mela", "pero/pera", e così via).

Le città, più aperte ai codici linguistici, hanno probabilmente influenzato l’adozione della forma femminile, come a Palermo, dove "arancia" è prevalso su "arancio".

Quindi, secondo l’Accademia, la forma standard corretta in italiano scritto è al femminile, mentre quella dialettale più diffusa è al maschile.

Citando le parole dell'Accademia:

Si potrebbe allora concludere che chi dice arancino italianizza il modello morfologico dialettale, mentre chi dice arancina non fa altro che riproporre il modello dell’italiano standard.

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