Le buone maniere costituiscono un efficace strumento per stare correttamente assieme agli altri risultando gradevoli. Ecco cosa prevede il galateo.
Nella società moderna, libera e frenetica, potrebbe apparire quasi anacronistico parlare di regole da galateo.
Ma sarebbe sbagliato pensarlo perché le buone maniere, oltre a rappresentare un valido biglietto da visita per chiunque le segua, costituiscono un efficace strumento per stare correttamente assieme agli altri risultando gradevoli.
Soprattutto a tavola, poi, il rispetto di alcuni schemi può rendere maggiormente piacevole l'occasione conviviale.
Quando Giovanni Della Casa, nel XVI secolo, scrisse l'ormai famoso trattato "Galateo ovvero de' costumi" non aveva in mente un insieme di comportamenti da osservare in modo assurdo.
Non a caso il testo era strutturato come un dialogo fra un esperto adulto che suggeriva ad un giovane debuttante le buone maniere.
L'etichetta, che da quel momento si chiamò appunto "galateo", non doveva servire a stupire o ad imbrigliare in atteggiamenti pomposi ma inutili.
Lo scopo di questo insieme di regole, piuttosto, era ed è quello di indicare le modalità più opportune da seguire nelle varie situazioni che una persona si può trovare ad affrontare in società.
In sintesi il galateo si potrebbe definire, ancora oggi, come una vera e propria guida ricca di consigli pratici per facilitare la vita di ognuno.
Basta pensare al modo esatto in cui deve essere apparecchiata una tavola.
Posate e bicchieri non vengono collocati in una precisa posizione per capriccio, bensì perché, proprio a rigor di logica, il posto ad essi riservato risulta essere quello più pratico per chi li adopera.
1) La tovaglia. Di gusto dei padroni di casa purché pulita e ben stirata, con tovaglioli abbinati appoggiati sulla sinistra del piatto. Meglio collocare, al di sotto, un mollettone copritavolo che possa ammortizzare i rumori e proteggere la superficie sottostante. Per un insieme armonioso, fiori e centrotavola, preferibilmente non troppo ingombranti, andrebbero scelti in tono con i colori e la fantasia della tovaglia.
2) Predisposizione delle posate. In funzione delle varie portate che saranno servite durante il pasto, le forchette vanno collocate sulla sinistra del piatto: quella all'interno per l'ultima portata, quella più esterna per la prima. A destra del piatto i coltelli con la lama rivolta verso l'interno e, eventualmente, il cucchiaio. Sopra il piatto possono essere posizionate le posate da frutta o da dolce.
3) Piatti e bicchieri. Se non c'è molto spazio meglio evitare i sottopiatti, basterà il piatto piano con sopra un piattino per l'antipasto. Man mano, poi, quelli usati andranno levati per lasciar spazio alle portate successive. I bicchieri vanno collocati sopra il piatto a destra, con quelli più alti dietro.
1) Come si sta seduti. Rilassati ma con la schiena dritta. Braccia lungo i fianchi e mani appoggiate sul tavolo o sul tovagliolo precedentemente steso sulle ginocchia (non lasciato sulla tovaglia o, peggio, annodato attorno al collo). Mai i gomiti sul tavolo.
Evitare gesti ampi o bruschi che potrebbero urtare o comunque infastidire i commensali, soprattutto quelli seduti al fianco.
2) L'inizio. Anche se è già stato servito il proprio piatto, si può mangiare soltanto quando cominciano a farlo i padroni di casa i quali, a loro volta, attenderanno prima che tutti gli ospiti siano stati serviti. Il termine "buon appetito" è inutile ed inappropriato perché si sta a tavola in compagnia principalmente per socializzare, non per il cibo. In caso di brindisi basterà alzare il bicchiere all'altezza del proprio viso, evitando termini quali "cin cin" o "salute".
3) Le posate. Innanzitutto vanno usate. Questo significa che le pietanze non devono essere assolutamente toccate con le mani (fatta eccezione per il pane da portare alla bocca in piccoli pezzi, non preso a morsi). Di solito vanno scelte le posate che si trovano all'esterno del piatto, già apparecchiate in maniera organizzata per l'intero menu.
Quando si è finito di mangiare vanno lasciate sul piatto, parallele l'una all'altra. Se invece si fa una pausa, forchetta e coltello devono venire disposti sul piatto incrociati, con i manici leggermente divaricati
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