Il chewing gum è diventato un prodotto di largo consumo: si pensa di introdurre una tassa per coprire le spese delle pulizie per quelli gettati a terra.
Il chewing gum è diventato, negli ultimi anni, un prodotto di largo consumo: il 90% degli italiani consuma chewing gum, il 23% che lo fa quotidianamente.
Il chewing gum, la gomma da masticare, a differenza di altri alimenti, non viene ingerita e spesso finisce sputata e calpestata sui marciapiedi.
Anche se solo una parte dei consumatori ha questa cattiva abitudine, il fenomeno è rilevante.
Secondo i dati del Sole 24 Ore, le vendite di gomme da masticare in supermercati e discount italiani (escludendo i bar) ammontano a 210 milioni di euro. I principali marchi sul mercato sono Vivident, Vigorsol, Daygum, Brooklyn e Big Babol, tutti appartenenti al gruppo Perfetti Van Melle, che controlla l’88% del mercato italiano.
Le gomme da masticare rappresentano un problema ambientale significativo poiché non si decompongono, essendo composte da una gomma non biodegradabile, ottenuta da derivati del petrolio come gomma butilica, polietilene e acetato di polivinile, sostanze utilizzate anche nel diesel, nei sacchetti di plastica e nelle colle.
Questi ingredienti sono genericamente indicati in etichetta come “base di gomma”, senza ulteriori dettagli.
Per rimuovere le gomme spiaccicate sui marciapiedi, sono necessari getti d’acqua ad alta pressione e sostanze chimiche, che finiscono nelle fognature causando ulteriore inquinamento.
Una volta eliminate, le gomme rilasciano anche microplastiche. Basta osservare i marciapiedi per notare le macchie scure o bianche lasciate dalle gomme calpestate che si fondono con il terreno. Per affrontare il problema, alcuni paesi come Singapore hanno regolamentato la vendita di gomme da masticare, che dal 1992 è consentita solo in farmacia.
Una possibile soluzione potrebbe essere quella di coinvolgere le aziende produttrici: potrebbero essere realizzate campagne pubblicitarie per educare i consumatori a comportamenti più corretti, accompagnate dall'introduzione di una tassa su ogni confezione di chewing gum.
Questa tassa potrebbe contribuire a coprire i costi della pulizia delle strade, attualmente sostenuti dai comuni.
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